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33 YEARS years ago, the Synagogues of Satan Spa and Mosques of Sharia Allah, decided that I should become the King of Israel (lorenzoJHWH) and an Observatory on the martyrdom of Christians (Unius REI) 33 ANNI fa, Sinagoghe di Satana Spa e Moschee di Sharia Allah, decisero che io avrei dovuto diventare il Re di Israele (lorenzoJHWH) e un Osservatorio sul martirio dei cristiani (Unius REI) uniusrei@protonmail.com fedele250660@gmail.com
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Caso Meluzzi, il mainstream confonde la talmudica perversione con la cioccolata
12 Novembre 2020 In risalto
di
Armando Manocchia – Fin dagli esordi biblici, la gelosia e la
prevaricazione sono il veleno che intossica le relazioni umane. Tutti
sanno che Caino ammazzò Abele. La faccenda è talmente nota che è perfino
superfluo spiegare come tutto nacque da una questione di invidia. E’
importante però osservare che, su soli 4 abitanti della terra
(statistica imbarazzante), uno fu fatto fuori perché un altro non
sopportava di essere secondo per importanza. Questo preambolo è la
chiave di lettura per interpretare quello che segue. Non a caso,
“l’invidia è la vendetta degli incapaci”.
L’ultima moda del
mainstream è quella di definire “negazionisti e complottisti” quei pochi
che ancora esercitano il sacrosanto diritto al libero arbitrio, ovvero
la capacita individuale di giudicare gli eventi e regolarsi di
conseguenza, senza tener conto di condizionamenti più o meno violenti.
Inoltre, come già detto in altra sede, l’uso improprio della parola
“negazionista” è un abuso che sminuisce la tragedia dell’Olocausto.
Alla
folta schiera degli anticomplottisti, invece, appartengono gli ottusi
che non riescono a vedere un autotreno manco se sta per investirli.
Privi di elasticità mentale e lucidità, non riescono a fluidificare un
argomento nemmeno iniettando lycra nelle circonvoluzioni cerebrali,
ridotte ormai a collettori fognari, irrimediabilmente intasati da melma
pseudo intellettuale e ideologie di comodo. (Per “comodo” intendete
quello che vi pare, lasciando ampio spazio all’immaginazione)
Veniamo
al punto. Nel giro di pochi giorni, abbiamo letto su alcuni “giornali” a
tiratura nazionale, afflitti da devastante perdita di lettori e
sull’orlo della bancarotta, una serie di articoli contro il prof.
Meluzzi, che vanno dalla critica fine a se stessa all’insulto vero e
proprio. Pur nella fantasiosa varietà delle offese, c’è però una frase
che li accumuna e che suona più o meno così: “sta sempre nei salotti
Tv“, che poi è il nocciolo fondamentale della questione.
Su uno
di questi collezionisti di inchiostro, che pur un tempo abbiamo
apprezzato, è comparsa un’intera pagina in cui vengono messi a confronto
il fondatore di una holding-Ong milionaria finanziata con soldi
pubblici, talvolta associato ai katanghesi di Milano, e il prof.
Alessandro Meluzzi.
Ovviamente lodi sperticate vengono sprecate
per salmodiare il “santo” immigrofilo, convocato da Conte come un
miracoloso, quanto improbabile, guaritore che trasformerebbe la Calabria
in Calabria Saudita, mentre una serie di insulti, anche piuttosto
pesanti, viene riservata a Meluzzi definito “bestia stramba nel gregge
dei teorici del complotto globale”, “primate della chiesa autocefala”
(come se autocefala fosse una parolaccia) il quale avrebbe, tra le altre
colpe, quella di contrastare un “Deep State progressista fondato sulla
pedofilia“.
Pertanto ci sentiamo di affermare con certezza che
tale pagina non regala certo prestigio al ‘milionario’ milanese
spacciato per filantropo, né ne toglie al prof. Meluzzi che anzi, dal
confronto, ne acquista, malgrado le intenzioni dell’autore e
dell’incauto impaginatore grafico fossero (probabilmente – ma ne siamo
sicuri?) completamente opposte e comunque cancellate da sentimenti aspri
e disorientati. E adesso, anche sputtanati. Una caduta di stile, per
vocazione al precipizio, dalla quale sarà difficile rialzarsi.
Di questo passo, nei salotti Tv, non ci andranno neppure se saranno loro a pagare per guadagnarsi l’ingresso.
All’amico
Meluzzi – noto accademico, criminologo, medico legale, psichiatra,
psicoterapeuta, scrittore, saggista, politico – possiamo solo dire di
lasciar perdere e di ignorare considerazioni che hanno la stessa utilità
di una pozza fetida e salata tra dune, palme e cammelli. Cioè, nessuna.
Alle vecchie carcasse, che stridono per rabbia di ferro e ruggine, consigliamo di arrendersi, rassegnate, alla demolizione.
Armando Manocchia
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